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La scolopendra e la relatività

Come i miei lettori più attenti sapranno da un paio di mesi mi affliggo con letture su relatività, quanti e buchi neri, pur sapendo che van ben oltre le mie possibilità. E anche se la ricerca della teoria ultima trovo sia un tema davvero importante per la scienza tutta io stavo bene anche con il vecchio Newton, che un po’ devo dire mi fa pure tenerezza. Ad ogni modo… Come tutti, almeno io così mi immagino, le grandi riflessioni sui massimi sistemi, sulla finitezza dell’uomo e sulle superstringhe mi assalgono nel momento di più alta ricongiunzione con l’universo, ovvero la mattina sul cesso. Tipo stamattina che stavo appunto riflettendo sulla curvatura del tempo e sulle oggettive problematiche identitarie del fotone, scorgo con la coda dell’occhio un millepiedi che zompetta nella vasca da bagno. E per quanto ammiri la meravigliosa biodiversità del pianeta - anche se non capisco perchè debba poi essere tutta a casa mia questa biodiversità - la discussione sul destino del miriapode (che come i più preparati ellenisti intuiranno significa ’n zacco de piedi) è stata molto breve e ha decretato morte certa. E niente, apro l’acqua e il millepiedi, che poi era una scolopendra, devo dire la verità, comincia a girare intorno allo scarico della vasca. E gira, e gira e non ne vuole sapere di andar giù e abbandonare questa valle di lacrime. E qui, in questi secondi in cui la scolopendra lotta per la sua vita io me la immagino in orbita intorno al sole-scarico, e penso veh, ha trovato la sua traiettoria di minima energia nella regione di distorsione, potrebbe andare avanti così per sempre. Il moto perpetuo della scolopendra. Che bello penso. Che poesia l’universo. Che ricchezza incredibile la vita. Poi però siccome s’è fatta ‘na certa aumento il getto dell’acqua, il chè avvicina la scolopendra all’orizzonte degli eventi del sole-scarico-buco-nero, che la trascina inesorabile verso il nulla. E fine. Nessuno sa cosa succede dentro un buco nero, chissà cos’è successo alla nostra. Forse ha pensato, la sfortunata, che Dio giocasse a dadi con la sua vita o più probabilmente è morta urlando dallo scarico “è la forza di Coriolis, ignoranteeee. Coriolis, cosa c’entra Einsteeeeeein?”.


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